Nel contesto degli appalti pubblici, la verifica dei costi della manodopera rappresenta un passaggio fondamentale per garantire la legittimità, la trasparenza e la sostenibilità dell’offerta economica. Un elemento chiave di questa verifica è l’individuazione corretta del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) da applicare. La normativa attuale, in particolare l’art. 11 del D.Lgs. n. 36/2023, ha definito criteri stringenti e puntuali per guidare questa scelta, attribuendo alle stazioni appaltanti e agli operatori economici precisi obblighi di coerenza e motivazione.
Il decreto richiede che il CCNL venga selezionato in base a tre criteri cumulativi:
Coerenza con l’attività prevalente dell’appalto, desunta dal Vocabolario Comune per gli Appalti (CPV);
Corrispondenza con l’attività economica dell’impresa, individuata tramite il codice ATECO;
Applicazione di un contratto stipulato da organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale.
Questo approccio riduce margini di discrezionalità e introduce un principio di oggettività verificabile, utile a prevenire elusioni o sottostime dei costi della manodopera.
Il passaggio dal codice CPV al codice ATECO e da questo al CCNL corretto implica un’analisi metodica e ben documentata. È fondamentale ricostruire il collegamento tra l’oggetto dell’appalto, l’attività d’impresa e i contratti collettivi esistenti, tenendo conto delle indicazioni fornite da ANAC e dagli enti di vigilanza.
In questo processo, si rivela strategico l’utilizzo di strumenti operativi come:
Le tabelle ministeriali per il calcolo del costo orario del lavoro, elaborate tenendo conto dei CCNL di riferimento;
I fogli di calcolo Excel diffusi in ambito professionale, utili per simulare e verificare i costi della manodopera in coerenza con le regole contrattuali;
I database CCNL disponibili pubblicamente, che consentono confronti e verifiche trasparenti.
Esistono situazioni in cui è possibile indicare più di un CCNL nell’ambito della stessa gara, soprattutto nei contratti misti o nei servizi multi-settore. In questi casi è necessario esplicitare con precisione:
Le motivazioni della scelta di ciascun contratto;
La ripartizione coerente delle attività tra i diversi ambiti contrattuali;
Le clausole di impegno da parte dell’impresa aggiudicataria al rispetto integrale delle disposizioni contrattuali applicabili.
Le stazioni appaltanti hanno l’obbligo di indicare negli atti di gara il CCNL individuato come coerente con l’oggetto dell’appalto, nonché di verificare che l’offerta presentata dalle imprese rispetti i livelli minimi retributivi e contributivi previsti da tale contratto.
Le imprese partecipanti, dal canto loro, devono:
Dimostrare l’applicazione del CCNL individuato o giustificare eventuali differenze;
Impegnarsi contrattualmente a mantenere la coerenza normativa durante tutta la durata dell’appalto;
Collaborare alla verifica del costo della manodopera, fornendo documentazione chiara, tracciabile e conforme.
Il corretto inquadramento del CCNL applicabile in un appalto non è solo un adempimento formale: è un elemento sostanziale che incide direttamente sulla regolarità dell’aggiudicazione, sulla correttezza dell’offerta economica e sulla tutela dei lavoratori coinvolti. La crescente attenzione normativa su questo tema impone un approccio professionale, documentato e consapevole, basato su strumenti tecnici aggiornati, conoscenza delle fonti e competenze trasversali in ambito giuridico, economico e amministrativo.
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