La riforma contenuta nel Decreto Legge 84/2025 ha rivoluzionato le regole sui rimborsi spese per i lavoratori dipendenti. Se ti occupi di risorse umane, sei un consulente del lavoro, o semplicemente vuoi capire cosa ti spetta in busta paga quando vai in trasferta, questo è il momento di aggiornarsi.
Il decreto ha introdotto modifiche importanti all’articolo 51 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), con impatto diretto sia sul lavoro dipendente che autonomo.
Ma concentriamoci sul lavoro subordinato: la novità più significativa riguarda la detassazione dei rimborsi per vitto, alloggio, viaggio e trasporto, ora legata a una nuova condizione territoriale.
Dal 2025, se fai una trasferta in Italia, i rimborsi spese non concorrono alla formazione del reddito, ma solo se hai pagato con strumenti tracciabili. Cosa si intende per strumenti tracciabili?
Bonifici bancari o postali
Carte di debito, credito o prepagate
Assegni bancari o circolari
App collegate a IBAN
In pratica, niente contanti se vuoi che l’azienda ti rimborsi senza far risultare tutto nel reddito imponibile.
Vale anche per i servizi pubblici non di linea, come taxi e noleggio con conducente: se la corsa è in Italia, serve sempre il pagamento tracciabile per non farla finire in busta paga come reddito tassato.
Qui arriva una buona notizia: le spese sostenute fuori dall’Italia restano escluse dal reddito, anche se paghi in contanti. Un’eccezione importante che rende le trasferte internazionali meno burocratiche, almeno sotto questo aspetto.
Se gestisci rimborsi o sei un dipendente che viaggia spesso per lavoro, ecco cosa ti conviene fare da subito:
Conserva le ricevute e assicurati che riportino il metodo di pagamento tracciabile
Evita i contanti per spese in Italia durante la trasferta
Chiedi chiarimenti all’ufficio HR o al tuo commercialista per aggiornare le policy aziendali
🔎 Consiglio pratico
Stai creando una policy aziendale per i rimborsi? Inserisci fin da ora la clausola sulla tracciabilità. Eviterai errori e sanzioni fiscali, proteggendo azienda e dipendenti.
La riforma sembra tecnica, ma in realtà tocca la vita di chiunque si sposti per lavoro. Una carta usata al momento sbagliato può trasformare un rimborso in reddito tassato. E in tempi in cui ogni euro conta, meglio non rischiare.
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